venerdì 26 agosto 2011

IN SEDIA MENTI VIR TU ALI - 2011

IN SEDIA MENTI  VIR TU ALI




nell'ambito della mostra

WONDER WOMAN - a cura di E.Rota


Marina Abramovic
Charlotte Moormann
Hyun-Jin Kwak
Ito Fukushi
Anna Valeria Borsari
Margherita Levo Rosenberg
Chiara Scarfò
Giulia Caira
Giovanna Torresin
Grazia Toderi
Raffaella Formenti



organizzata dall’ Uovo di Struzzo, Torino
a cura di Elisabetta Rota.

lunedì 1 agosto 2011

raffaella formenti - IN SEDIA MENTI VIR TU ALI



Il lavoro nel suo insieme (installazione+catalogo+blog inscindibili) è una riflessione sul differenziarsi esperienziale di fronte alle cose che accadono.

Una volta chi poteva viaggiare ampliava le sue conoscenze spazio-temporali più di uno stanziale. Chi sapeva leggere poteva accedere alle esperienze di altre vite archiviate in parole e attraversare così anche il gap spazio-tempo.
Ora è anche l’accesso o meno al virtuale a creare distanze tra i “viaggiatori”: siamo sempre più unificati/differenziati nella partecipazione spazio-temporale delle esperienze proiettive di un altrove rispetto alla nostra quotidiana fisicità.

Opera in mostra
Un’invasione cartacea di manifesti pubblicitari illeggibili dilagano nello spazio (quanto basta per reggere la dimensione della sala senza che impediscano di fruire delle altre opere a parete. Sono illeggibili in quanto sono solo una parte dell’intero manifesto, essendo quelli per grandi cartelloni stradali),(sono le nuove cromie che assorbiamo come “nostro luogo di natura”, in quanto non è più il verde, ma i manifesti il nostro habitat cromatico… Orizzontali perché comunque il viaggio virtuale avviene ancora per lo più in uno spazio 2D da cui inizia a estrudersi in 3D qualche isolata esperienza).

L’occupazione del suolo spezzata da un sentiero sgombro che conduce a due sedie vuote, connesse tra loro da una “rotaia” bianca in legno, tipo sponda da lettino, da cui si snodano scrolls di immagini e informazioni, e nastri bianchi di parole con scrittura amanuense che riproduce in zapping parole catturate da programmi televisivi in cui si navigava prima del nuovo regno internet (I nastri scritti fanno parte di un lavoro iniziato nel 1998).

Le sedie si danno di spalla, al contrario dell’immagine che sarà a catalogo, in cui ci sono due persone sedute che si fronteggiano, completamente avvolte di parole che ne immobilizzano il corpo. Connessi in un incontro solo di parole, senza possibilità di interlacciarsi “real mente” con l’altro. 



Differenti piani tra esperienza fisica e virtuale tra chi:
visita la mostra,
visita la mostra sfogliando il catalogo,
sfoglia il catalogo senza vedere la mostra,
sfoglia il catalogo e prende il suo tempo ad approfondire il contenuto passando all’indagine on line del materiale che documenta la mostra. (Questo motiva anche il mio spezzettare la parola VIR TU ALI: da un mix latinitaliano si può leggere > tu sei il soggetto della forza delle tue ali, se non APProfondisci è per debolezza tua…)

E’ ormai un limite superabile stampare in catalogo un’ombra artefatta che precede la realizzazione di un lavoro che ancora non ha fisicità, potendo avere a disposizione il QRcode che rimanda direttamente al sito in cui ci sono le foto vere dell’installazione nella sua fisicità reale. Prima che il catalogo circoli il blog sarà aggiornato con gli scatti eseguiti all’installazione. Già la foto in sé traspone l’esperienza su un diverso piano rispetto al “transitare” all’interno e all’intorno di un’installazione…perché “fingere” una documentazione quando ci sono gli strumenti che interconnettono cartaceo e virtuale?
In tutto il mio lavoro ho sempre camminato intorno a questo dialogo e confronto tra cartaceo e nuovi spazi senza la componente di esperienza tattile.

Nell’installazione le persone non ci sono e non ci devono essere.
Le foto si riferiscono a una performance di una decina di anni fa. In Internet le immagini perdono riferimento temporale e navigano in un brodo universale atemporale in cui solo l’uso le va a ripescare…così come io ripesco tra le mie esperienze e le ripongo in gioco annullando il tempo trascorso.

Solo chi guarda contemporaneamente catalogo e mostra può avere un dato esperienziale in più, in quanto sarà compito suo proiettare nello spazio fisico la scena documentata da una foto delle due  
persone “mummificate” di parole. (Trasposizione spazio-temporale effettuabile solo grazie all’immaginazione, in grado di sovrapporre due elementi visivi e costruirci una storia).

Chi non vedrà la mostra ma sfoglierà solo il catalogo ne ricaverà una esperienza ancora più mediata. Attraverserà il Tempo e lo Spazio che lo dividono da un’installazione effimera ormai inesistente nella sua realtà fisica solo grazie a un codice cartaceo che diviene trait d’union con il virtuale.
Ma solo chi ha le giuste APP sul giusto Phone può accedere alla porta. Solo chi ha un computer e sa come navigare può accedere al link.
Come una volta solo chi sapeva leggere poteva accedere al contenuto dei libri e usare le biblioteche. Ora le biblioteche entrano virtuali nelle case e richiedono la nostra attiva partecipazione e coscienza per non diventare labirintico blob universale.

VIR TU ALI
Metti in gioco la forza delle tue ali mentali se non vuoi che la tua mente resti ammosciata su di una sedia… e nutrita a forza da ALTRI  VIR-ALI che uccidono il TU che ti differenzia….









installazione nell'ambito della mostra WONDER WOMAN - SAACS - Pieve di Teco 2011

a cura di Elisabetta Rota e UOVO DI STRUZZO